Il petrolio rallenta la corsa. Al momento il conflitto in Israele è
circoscritto e non sembra allargarsi pericolosamente arrivando a coinvolgere
Iran e Qatar, i due grandi sponsor di Hamas. Hezbollah, in Libano, per ora si
limita a qualche simbolica dimostrazione di forza. Inoltre, non risultano
conseguenze concrete, per esempio interruzioni ai trasporti, sul movimento del
petrolio e dei suoi derivati nell’area del Medio Oriente a seguito delle ultime
tensioni nella regione.
Goldman Sachs è rialzista sul petrolio del greggio, con Israele e
Hamas in guerra: il Brent salirà a 100 dollari. La probabilità che la
produzione di greggio saudita rimanga stabile a 9 milioni di barili al giorno
nel 2024 appare ora più probabile rispetto a prima del fine settimana, ha detto
l’esperto della banca d’affari americana.
Il BRENT è in ribasso dell’1% a 88.05 usd. Il mercato si muove sotto la
media e il pivot giornalieri, con RSI negativo da D1 in giù. Graficamente, i
rialzi si sono fermati sulla parte bassa della resistenza settimanale, compresa
fra 89.64 e 90.55 usd. Sarebbe il cambio di polarità dell’area a suggerire una
possibile continuazione verso le resistenze successive, a 92.02, 93.21 e 94.40
usd.
In direzione opposta, monitoriamo la tenuta del supporto settimanale,
compreso fra 86.70 e 85.79 usd. A l di sotto si potrebbe aprire la strada verso
i supporti successivi a 84.32, 83.13 e 81.94 usd.
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